IA: Amica o Nemica?
- Marco Montorsi
- Intelligenza Artificiale
- 29 Dec, 2023
Esplorando il Futuro dell’Intelligenza Artificiale
Nel frastuono tecnologico che ha caratterizzato il 2023, l’intelligenza artificiale si erge come protagonista. È importante sottolineare che si tratta più di una rinascita che di una nuova invenzione, considerando le sue radici nel passato.
Da software engineer, desidero condividere le mie riflessioni su questa tecnologia e sul suo impatto nel mondo del lavoro futuro. È un campo incerto, e nessuno può predire con assoluta certezza il suo corso. Tuttavia, ignorare le possibili conseguenze potrebbe trasformarci in passeggeri passivi di un treno ad altissima velocità.
L’IA e il futuro del lavoro
Ogni grande scoperta tecnologica rivoluziona la società. Ora, la domanda cruciale riguarda il suo impatto nel mondo del lavoro e, di riflesso, nelle nostre vite. Possiamo ipotizzare tre scenari:
Le tre curve rappresentano possibili impatti dell’IA nel lavoro dal 2024 in poi. E’ chiaro che dal rilascio a novembre 2022 al pubblico di chatgpt, in un solo anno il mondo del lavoro è cambiato notevolmente, sono nate tante IA che permettono di generare testi, traduzioni, vocali, immagini, video; inoltre si è subito cercato di regolamentare dove possibile questa tecnologia, insomma una vera e propria rivoluzione. Dopo importanti cambiamenti simili a questo, ci si aspetta sempre un periodo di stabilizzazione, nel quale si da tempo ai vari settori socio-economici di adattarsi; quindi cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro?
Un impatto di tipo logaritmico o lineare sembra probabile nel breve-medio termine. Grazie ai nuovi strumenti offerti dall’IA siamo in grado di velocizzare di molto alcuni processi, ma è improbabile che cancellino gran parte dei flussi di lavoro. L’IA si basa su modelli, e sebbene possiamo renderli sempre più potenti, sono limitati dalla loro struttura. Occorrerà un’innovazione che vada “oltre” l’allenamento dei modelli, un compito tutt’altro che semplice.
Scegliere il percorso: studiare o non studiare?
Immagino i giovani alle prese con la decisione di iscriversi all’università o entrare nel mondo lavorativo. L’idea di studiare per anni e poi scoprire che potrebbe non essere stato necessario può spaventare. Tuttavia, in un mondo in costante evoluzione, l’abilità più cruciale potrebbe essere l’adattamento al cambiamento.
Piuttosto che concentrarsi su competenze specifiche, dovremmo coltivare un interesse costante nel continuo apprendimento. La flessibilità nell’acquisire nuovi linguaggi o framework potrebbe diventare più rilevante della conoscenza approfondita di uno strumento specifico. Questo potrebbe sembrare un peso, ma in un contesto dinamico come quello attuale, è proprio nell’IA che possiamo trovare un alleato.
Riflettendo sul mio lavoro
Una parte consistente del mio lavoro riguarda la ricerca e lo sviluppo, un tempo affidati principalmente a risorse come documentazioni tecniche o da Stack Overflow, un sito in cui sviluppatori condividono domande e soluzioni. Sebbene la natura della ricerca non sia cambiata, il metodo si è evoluto. ChatGPT si presenta come uno strumento straordinario per domande di base, accelerando notevolmente la ricerca e fornendo risposte adatte in tempi rapidi. Tuttavia, è cruciale porre le giuste domande; le risposte fornite possono essere solo parzialmente corrette o addirittura errate.
Questo vale per l’utilizzo gratuito di ChatGPT, ma è plausibile aspettarsi miglioramenti nel breve periodo, sia per la versione gratuita che a pagamento, rendendolo quindi un valido strumento didattico.
In ambito lavorativo, non utilizzo attualmente strumenti di generazione di codice se non per esperienze limitate con Github Copilot in fase beta. Resto cauto riguardo agli strumenti che potrebbero accedere al mio codice per motivi legati alla privacy, specialmente considerando il settore della cybersecurity nel quale spero di specializzarmi.
Possibili pericoli
L’eccessivo ricorso all’IA può celare un pericolo: la tendenza a pensare sempre di meno. Automatizzare alcuni processi non dovrebbe privarci dell’aspetto più cruciale del nostro lavoro: il pensiero critico. La vera essenza di tecnici, programmatori e ingegneri risiede nella capacità di pensare in modo creativo ed efficiente. Non diventiamo ingegneri solo perché usiamo ChatGPT, ma possiamo sfruttare gli strumenti basati sull’IA come opportunità di apprendimento.
Conclusioni
Come in ogni innovazione, l’adattamento è fondamentale. Questo è già avvenuto in passato con l’avvento di piattaforme come WordPress o Shopify per l’automatizzazione di blog ed e-commerce, o con l’introduzione di framework per frontend e backend. L’uso di microservizi e di architetture serverless hanno altresì trasformato il concetto di applicazione. Anche se siamo di fronte a un’innovazione tecnologica molto più rilevante di quelle appena citate, la risposta a tale cambiamento non muta: ciò che è già cambiato e ciò che cambierà richiederà adattabilità.
Infine, vorrei scommettere su un argomento poco discusso, ma che considero una prossima frontiera, ossia la visione artificiale. Ritengo che cambierà notevolmente il modo in cui interagiamo con la tecnologia e creerà nuove opportunità lavorative. Ovviamente, solo il tempo potrà confermare queste ipotesi.
Dopo queste considerazioni, credo sia giusto ironizzare su come siamo ancora lontani dal poter essere completamente sostituiti da questa nuova tecnologia: